Il legno è l’unica materia prima rinnovabile, riciclabile e di basso costo attualmente impiegata a fini strutturali. Il ruolo fondamentale che esso riveste nell’attenuare il cambiamento climatico viene sottolineato dall’Unione Europea nel Sesto Programma di Azione Ambientale: ogni metro cubo di legno impiegato in edilizia equivale ad 1 tonnellata di CO2 stoccata, per tutta la durata del manufatto [1]. In vari Paesi europei sono quindi già state adottate significative azioni di sostegno all’edilizia in legno. Ed anche in Italia, sempre più spesso, i progetti di edilizia sostenibile e/o bioarchitettura impiegano strutture di legno. La bassa conducibilità e l’elevata inerzia termica rendono le strutture di legno ottimali dal punto di vista del risparmio energetico, che può facilmente raggiungere il 20%, in fase di riscaldamento, rispetto ad una costruzione in laterocemento con pari trasmittanza. Ma soprattutto, negli edifici pubblici con picchi di affollamento, l’igroscopicità dei materiali a base di legno riduce drasticamente le necessità di deumidificazione, dal momento che assorbe velocemente e cede lentamente l’umidità prodotta dall’utenza. Le strutture di legno sono assai più leggere di quelle in cls armato, pertanto richiedono delle fondazioni più contenute come quantità, costi e tempi. Inoltre, è stato calcolato che in Italia l’energia necessaria per produrre, trasportare e mettere in opera un solaio di civile abitazione con pari funzionalità (carichi ed ingombro in altezza) è di circa 4 volte superiore nel caso del calcestruzzo armato rispetto al legno. Con le strutture di legno si può fare di più,
con meno.
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